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LA VISITA PROCTOLOGICA: UN PASSO SEMPLICE PER CAPIRE E RISOLVERE I DISTURBI ANALI

Lunedì 17 Novembre 2025

La visita proctologica: un passo semplice per capire e risolvere i disturbi anali

Articolo a cura del Dott. Villa, specialista in Proctologia

ll presente articolo è stato scritto dal Dott. Villa Enzo Maria, specialista in chirurgia proctologica con anni di esperienza nella diagnosi e trattamento dei disturbi dell’ano e del retto. Seguendo ogni paziente con un approccio attento e rispettoso, combina competenza clinica e ascolto dei sintomi. Collabora con il Poliambulatorio Aesculapio da molti anni e la sua priorità è chiarire ogni dubbio, rassicurare e proporre percorsi terapeutici personalizzati, evitando interventi invasivi quando non necessari. La visita proctologica serve esattamente a questo: fare chiarezza e risolvere i disturbi in modo semplice, rapido e sicuro.

Molte persone convivono a lungo con fastidi anali o rettali senza capire bene di cosa si tratti. Capita spesso di pensare che sia tutto dovuto a un periodo di stress, a un’alimentazione irregolare o a un semplice episodio di emorroidi.

In realtà, la maggior parte dei disturbi dell’area anale ha un’origine ben precisa e, proprio perché tende a ripresentarsi, è utile capirla per tempo. La visita proctologica serve esattamente a questo: fare chiarezza, con un approccio semplice, rispettoso e indolore.
 

Quando è utile rivolgersi al proctologo?

Ci si rivolge allo specialista quando compaiono sintomi che si ripetono o che creano fastidio nella vita quotidiana. Piccole perdite di sangue dopo l’evacuazione, un dolore che si presenta a intermittenza, sensazioni di peso, prurito o difficoltà a sentirsi “puliti” anche dopo la normale igiene sono segnali che meritano attenzione, non perché indichino per forza qualcosa di grave, ma perché rivelano che l’area anale sta inviando un messaggio.

Molti pazienti mi dicono: “Ho aspettato perché pensavo passasse”. In realtà, affrontare un disturbo quando è ancora in fase iniziale permette spesso di risolverlo rapidamente, senza terapie complesse.
 

Cosa valuta realmente il proctologo durante la visita?

C’è la convinzione diffusa che tutto ruoti attorno alle emorroidi. In realtà, durante una visita proctologica è possibile distinguere in modo preciso tra diversi disturbi che possono avere sintomi simili. Ciò che sembra un’emorroide può rivelarsi una ragade, una piccola infezione, una fistola in fase iniziale o semplicemente un’irritazione della mucosa. Anche il sanguinamento non è sempre collegato alle emorroidi: talvolta deriva da una lesione minima che può essere trattata facilmente.

La visita serve quindi non solo a dare un nome al disturbo, ma soprattutto a capire quale sia il percorso più semplice ed efficace per risolverlo.

Come si svolge la visita?

Il momento che spaventa di più è spesso quello che in realtà risulta più semplice. La visita inizia sempre con un colloquio: ascolto i sintomi, le abitudini intestinali, gli eventuali cambiamenti recenti. Questo passaggio chiarisce già molto, e spesso permette di comprendere l’origine del disturbo prima ancora di iniziare l’esame.

Successivamente valuto la zona esterna e, se necessario, eseguo una breve esplorazione rettale con un dito guantato. È un gesto rapido, che in genere non provoca dolore. L’anoscopia – uno strumento piccolo e monouso che permette di osservare l’interno del canale anale – richiede pochi secondi e aiuta a confermare la diagnosi. Quando servono approfondimenti maggiori, come una rettoscopia o una ecografia transanale, vengono concordati insieme senza fretta.

La maggior parte dei pazienti alla fine della visita si sorprende per la sua semplicità: “Pensavo fosse molto peggio”, è la frase che sento più spesso.
 

Piccole accortezze prima della visita proctologica

La preparazione è molto più semplice di quanto si legga online. In molti casi è sufficiente un piccolo clistere la sera prima o un paio d’ore prima della visita. Non occorrono digiuni, procedure complesse o preparazioni da colonscopia. È utile evitare creme anali nelle ore precedenti e portare con sé eventuali esami già effettuati. Se il disturbo è acuto, la visita può essere eseguita anche senza alcuna preparazione.
 

Quali sono i trattamenti disponibili oggi?

Uno dei timori più ricorrenti è che la visita porti automaticamente a un intervento chirurgico. È comprensibile, ma infondato. La maggior parte delle patologie anali viene trattata con terapie locali, modifiche dello stile di vita e piccoli accorgimenti nella routine intestinale. Anche per le emorroidi, oggi esistono metodi minimamente invasivi che permettono di intervenire senza dolore e senza ricovero, e che spesso evitano la chirurgia tradizionale.

L’obiettivo non è “operare”, ma trovare la soluzione più adatta al caso, anche la più semplice.
 

Quando i sintomi anali richiedono una valutazione specialistica?

Il sangue rosso vivo è un segnale che spaventa, ma nella maggior parte dei casi è legato a disturbi benigni e facilmente trattabili. Tuttavia, quando il sanguinamento si ripete nel tempo, quando si associa a un cambiamento delle abitudini intestinali o quando il paziente ha familiari con malattie del colon-retto, è corretto valutare un approfondimento diagnostico. Non per creare allarmismo, ma per offrire la tutela più adeguata.

Uno dei punti più sottovalutati è l’impatto delle abitudini quotidiane sulla salute anale. L’idratazione insufficiente, la poca fibra, il tempo passato seduti, lo stress che irrigidisce lo sfintere, la tendenza a trattenere troppo lo stimolo o, al contrario, a spingere troppo durante l’evacuazione contribuiscono a creare irritazioni e recidive. Intervenire su questi aspetti, dopo aver individuato la causa precisa del disturbo, significa ridurre notevolmente la probabilità che il problema ritorni.

Se un sintomo si ripresenta più volte, se cresce la preoccupazione o se la qualità della vita inizia a risentirne, è il momento giusto per una valutazione. Prima si interviene, più semplice è risolvere il disturbo.

Al servizio di Urologia si accede sia in convenzione con l’AUSL che privatamente. Per avere maggiori informazioni e prenotare una visita con lo specialista puoi contattare il nostro Centro Medico: 0535.85311 oppure prenotare online qui.

FAQ - visita proctologica

1. La visita proctologica è diversa per uomini e donne?

L’esame base è lo stesso per entrambi, ma il medico valuta eventuali condizioni specifiche legate al sesso, come problemi legati al parto nelle donne o prolasso rettale negli uomini più anziani. L’approccio resta sempre personalizzato.

2. Quanto tempo ci vuole per vedere i risultati di una terapia consigliata dal proctologo?

Dipende dalla patologia e dal trattamento. Ad esempio, con terapie topiche o modifiche dello stile di vita i miglioramenti possono arrivare in pochi giorni, mentre per trattamenti minimamente invasivi può servire qualche settimana per notare benefici completi. Il medico fornisce sempre indicazioni realistiche.

3. Ci sono rischi o effetti collaterali negli esami come l’anoscopia?

L’anoscopia è un esame sicuro, rapido e generalmente ben tollerato. Raramente può causare un leggero fastidio o sanguinamento minimo, ma il medico guida sempre la procedura per ridurre al minimo ogni disagio.

4. La visita proctologica serve anche per prevenire problemi futuri?

Assolutamente sì. Molte patologie anali o rettali possono peggiorare nel tempo se non identificate precocemente. La visita permette di intervenire prima che il disturbo diventi più complesso, evitando terapie invasive o complicazioni.

La visita proctologica: un passo semplice per capire e risolvere i disturbi anali